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Quando il ‘gioco’ va oltre le righe

Intervista a un ragazzo che ha subito violenza ma che a sua volta ha vestito i panni del bullo

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Il bullismo è una problematica molto grave e diffusa che riguarda diversi ambiti, tra i quali quello scolastico, lavorativo, il mondo del web, dello spettacolo e differenti fasce d’età, in particolare quella adolescenziale. Esso comporta preoccupanti conseguenze fisiche, ma soprattutto psicologiche, che possono indurre le vittime a compiere gesti estremi. Infatti, molti ragazzi cui viene meno il sostegno psicologico tendono a chiudersi in se stessi e a non condividere i propri stati d’animo.

E’ per questo motivo che sono nate varie associazioni impegnate nella risoluzione del problema, attraverso interventi diretti, come l’utilizzo di numeri verdi e del telefono azzurro. Si tratta di consulenze psicologiche, sia per il bullo che per la vittima, e campagne di sensibilizzazione sul web o attraverso altri media.

Per sconfiggere il bullismo bisogna agire in modo mirato, a seconda degli ambiti in cui si manifesta.

L’istituzione scolastica, se dispone di fondi, agisce fornendo agli alunni, ai docenti e ai genitori una consulenza privata con uno psicologo, in modo del tutto gratuito. Questa iniziativa è il risultato di provvedimenti sanciti dalla legge 162 del 26 giugno 1990, la quale ha promosso l’inserimento, all’interno del curriculum delle scuole di ogni ordine e grado di “attività di educazione alla salute, per rafforzare il complesso processo educativo di ogni alunno, che la scuola persegue come proprio fine istituzionale”. Nel caso specifico il bullismo veniva considerato tra le patologie relazionali che contraddicono l’esigenza di un modo sano di intendere e di vivere i rapporti interpersonali e sociali.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica esistono poi varie associazioni nate proprio in ambito giovanile; tra queste va annoverata “BULLI STOP”, che contrasta il fenomeno facendo emergere le passioni e potenzialità artistiche dei singoli, rendendole funzionali ad un obiettivo di gruppo.

Il mondo del web, per quanto proficuo, può essere molto pericoloso, soprattutto perché garantisce l’anonimato in diverse piattaforme di social come “ASK” e “THISCRUSH” in cui si possono porre delle domande sotto mentite spoglie.

Il cyberbullismo può costituire una violazione del Codice civile, del Codice Penale e ovviamente è contemplato tra i reati che minano la cosiddetta “privacy”.

Per evitare il cyberbullismo si possono osservare le seguenti regole pratiche:

Non accettare amicizie da sconosciuti;

Far sì che solo le persone più fidate possano visualizzare fotografie e video personali o elementi condivisi;

Non iscriversi ai social senza avere un’età appropriata;

Non inviare foto personali in chat a persone sconosciute.

Un esempio di vessazioni da bullismo è quello che recentemente ha visto come vittima il povero Keaton, un ragazzo che ha chiesto alla madre di farsi filmare dopo aver affrontato i bulli che lo deridevano per la forma del suo naso non propriamente perfetta. Questo video è stato visualizzato oltre 20 milioni di volte, ricevendo migliaia di messaggi di incoraggiamento da parte non solo di gente comune, ma anche da star, come Justin Bieber, Snoop Dogg, Katy Perry e Millie Bobby Brown, la tredicenne attrice di Stranger Things.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare gli adolescenti, sono stati prodotti diversi film e serie tv.  Gli autori di Netflix hanno realizzato la serie “13 Reasons Why”, che racchiude temi scottanti ricorrenti tra i giovani, come l’emarginazione, la droga e l’alcool, ma soprattutto il bullismo. La protagonista è la giovane Hannah Baker, che in 13 audiocassette spiega i 13 motivi che l’hanno spinta al suicidio. Essendoci scene molto crude questa serie intende trasmettere “catarticamente” ai giovani dei comportamenti positivi da assumere esaltando, di contro, quel rispetto verso il prossimo che i genitori hanno l’obbligo di impartire sin da bambini tra le mura di casa.

Il bullismo è una brutta piaga che demoralizza, umilia e ferisce, un nemico subdolo che va combattuto e annientato.

A completamento dell’inchiesta abbiamo intervistato un ragazzo che è stato sia vittima che esecutore di atti di bullismo.

Quanti anni hai?

“Quindici”

Dove abiti?

“A Santa Maria Capua Vetere”

 Qual è il grado di istruzione dei tuoi genitori?

“Sono entrambi laureati”

 Sei soddisfatto del modo in cui riesci a fare la maggior parte delle cose?

“Rispondo con i numeri, da 1 a 10: 4”

 Ti sembra che nella tua scuola ci sia un’atmosfera piacevole e protettiva?

“Da 1 a 10: 6”

Ti senti sicuro a scuola?

“Da 1 a 10: 6”

Hai buoni rapporti con i tuoi compagni di classe?

“Da 1 a 10: 8”

 Hai buoni rapporti con gli altri studenti della tua scuola?

“Da 1 a 10: 2”

Ti senti escluso/a dai tuoi amici?

“No”

Sei mai stato vittima di bullismo?

“Sì”

Di che genere di bullismo si tratta?

“Fisico e psicologico”

 A quale ambiente sono riconducibili gli atti subiti?

“Luoghi pubblici”

Sei stato aiutato nell’affrontare il problema?

“No”

Ti è capitato di subire atti di bullismo per mezzo del cellulare?

“No, mai”

 Hai mai subito un furto e/o un utilizzo improprio delle tue foto e dei tuoi dati personali?

“Mai”

 Chi sono stati i bulli?

“Un maschio”

Hai mai commesso atti di bullismo?

“Si”

 Hai avuto l’appoggio di complici?

“No”

Cosa hai fatto se ti sei trovato con qualcuno che ha compiuto atti di bullismo su un’altra persona per mezzo del cellulare?

“Ho cercato di fermare il bullo”

In quale ambiente si è verificato l’evento?

“Luogo pubblico”

Gli atti di bullismo che hai subito o cui hai assistito ti hanno lasciato …

“Spaventato ed arrabbiato”

Gli atti di bullismo che hai compiuto ti hanno fatto sentire…

“Più sicuro di me”

Quali strumenti dovrebbe adottare la scuola per combattere questo fenomeno?

“Assicurare una vigilanza attenta e costante nell’ambiente scolastico”

Secondo te, la scuola affronta in modo adeguato questa problematica?

“Si”

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